Presa coscienza del fatto che i 30 anni si avvicinano al trotto con una prepotenza disarmante, sono stata obbligata da varie vicissitudini (fa Figo dire così, in realtà era il puro piacere di poltrire sul divano) a stare a casa e guardare irrimediabilmente Amici.
Le solite chiacchiere, il solito format televisivo, la solita Ferilli che non si è ancora ben capito a che pro l’abbiano investita della carica di giudice. Se ci fosse stato qualcosa di più interessante da guardare probabilmente avrei cambiato canale, ma come sempre il destino ha giocato un beffardissimo ruolo cruciale: mi ha mandato Saviano.
Sì, Saviano. Quel Saviano lì che dice le cose come stanno, che a molti sta sul cazzo, che in tanti non capiscono, che ai più, però, incanta.
E questo è quello che è successo a me, mi ha incantata.
Mi ha incantata perché ha toccato le corde giuste: ha parlato di emozioni.
Ha parlato di quelle emozioni che non puoi controllare, quelle che leggi nei libri e pensi “no, non è possibile che tu abbia espresso a parole l’universo che ho dentro”, quelle che vorresti urlare ma reprimi per paura di non essere capita, quelle che custodisci gelosamente dentro di te, in quell’angolino sicuro e impolverato.
E insomma Saviano ha avuto il potere di farmi sbirciare dalla finestra dello stanzino della mia anima. Guardava la platea e so che se fossi stata lì avrebbe cercato il mio sguardo, perché stasera parlava di me.
Perché, in fondo, è così che si fa: si cercano gli sguardi.
E, credetemi, potete vedere il mondo per un tempo infinito con un’impercettibile cecità, ma quando incontrerete il suo sguardo…beh, lì sarà davvero un bel casino. Un gran bel casino.
E allora il mio consiglio, stasera, è solo uno: godetevelo sto casino.
Ridete di cuore, ridete con gli occhi. Guardate. Guardate tanto. Guardate fino a farvi lacrimare gli occhi di gioia. E poi respirate l’aria delle prime luci del mattino, quella che vi abbraccia quando state tornando a casa leggere.
Assaporate quell’emozione e tenetevela stretta.
Peter Pan vola con i pensieri felici.
Volate.
E’ esattamente così che mi sento ogni volta: libera, leggera. Con quel retrogusto amaro della storia che finisce, dei protagonisti che mi abbandonano. E allora ricomincio, come se fosse una droga!
Ovviamente mi preme una domanda: di che libro si tratta? Dovessi innamorarmene anch’io…
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l’ho scritto sotto… sono le PAGINE GIALLE
Colgo l’occasione per invitarti ad un reading (a Roma) di questo libro (io leggerò la prima parte …il volume A-L per intenderci ) a fine mese, mi piacerebbe molto che tu venissi
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Perdonami, non avevo letto bene!
Verrò con immenso piacere!
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“no, non è possibile che tu abbia espresso a parole l’universo che ho dentro”
questa sensazione mi è capitata tanti anni fa leggendo un libro che ancora oggi custodisco gelosamente. Ogni tanto lo rileggo, lo sfoglio, e ogni volta è come la prima volta. Ogni anno ne compro una edizione nuova, cerco tra le pieghe le sfumature che non sono riuscito a cogliere l’anno prima. Sfioro i fogli, annuso l’odore del libro, lo “sento” al tocco…e mi accorgo che esso contiene la Storia, la Discendenza, la Descrittività, la Vita… Le pagine gialle sono veramente il “mio” libro.
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