“È proprio vero che quando ti nasce un figlio non sai mai chi ti metti in casa. Poco più di un anno fa è arrivata Penelope Nina. Se prima eravamo in due è il racconto di come è andato l’inizio della nostra conoscenza e di come, piano piano, mi sono innamorato di lei. Questo nonostante occupi la stanza migliore, urli di notte, se la faccia addosso di continuo e non paghi l’affitto. Tutte cose che non perdonerei nemmeno a Scarlett Johansson, il che la dice lunga. La realtà è che ormai sono suo schiavo. Aggiungete che ho una moglie vegana, salutista e vagamente dittatoriale, e la tragedia familiare è servita”.
La storia di come ho conosciuto Fausto Brizzi la conoscete già: io frequentavo il Cavernicolo e passavo una fase tendente al Bio, lui probabilmente stava scrivendo la sceneggiatura di qualche nuovo film.
Io me ne sono innamorata tanto da scrivere di Ho sposato una vegana, lui continuava a scrivere la sceneggiatura di qualche nuovo film.
Io ho deciso che sarebbe diventato uno dei miei autori preferiti, lui aveva ormai certamente finito di scrivere sta cazzo de sceneggiatura del nuovo film.
E insomma – dicevo – un giorno di luglio entro per caso da Mondadori a Cola di Rienzo e chi ti becco in cima ai libri impilati?
Polvere, un sacco di polvere regà.
Un po’ più a destra e un po’ per fatti suoi, invece, scorgo una copertina allegra, un nome noto e un titolo che stuzzica la mia curiosità.
Se prima eravamo in due è il nuovo mini romanzo di Faustone nazionale edito da Einaudi; è la storia di una vegana e un marito paziente che prima tentano di avere un figlio e poi coronano il loro sogno con l’arrivo di Penelope Nina; è la nuda e cruda realtà di cosa voglia dire giocare a calcetto 1 contro 2.
Brizzi ci regala una prospettiva nuova della gravidanza con l’ironia intellettuale che lo contraddistingue.
La mamma è sempre la mamma, ma il papà?
Il mio comodino inizia a straripare, ma per Fausto c’è sempre posto.