Ciao Mamma Rai, sono io.
Come ogni anno, anche stavolta il merito dello share viene attribuito alla guest star di turno – Maria de Filippi, in questo caso – e mi sta anche bene, Santa Queen Mary da Pavia!
Non fosse altro che, credimi, t’ho convertito più gente io che il Messia a piedi scalzi in giro per Gerusalemme.
Se solo il mio profilo Facebook fosse accessibile a te – cara mamma – avresti la prova del mio proselitismo che, obiettivamente, Alto Passero de Game of Thrones maddeché.
La risposta alla domanda perché io, alla soglia dei 30 anni, sia così stramaledettamente fissata con Sanremo è più banale di quanto possa sembrare.
Sanremo non sono i cachet da capogiro, non sono gli ospiti sculettanti più o meno internazionali né tanto meno le vallette di turno.
Sanremo è musica – sì – ma più di tutto è UNIONE.
Sanremo è un gruppo d’ascolto a casa di un’amica.
E’ il live tweeting.
E’ intasare le bacheche facebook con commenti ironici in diretta con l’unico scopo di coinvolgere.
Ecco, Sanremo è coinvolgimento. Ridere insieme, pregare perché Beppe Vessicchio venga inquadrato in platea anche solo per un momento, indignarsi per l’eliminazione del proprio cantante preferito, chiedersi quanto sia durata la trattativa tra Eminem e Riccardo Tisci per la cessione dei catenacci al collo alla De Filippi.
Sanremo è quella cosa che tutti criticano, che chiunque asserisce di non guardare ma che poi ognuno di noi commenta.
E se mi permetti, mammina Rai, l’unico appunto che sento di doverti fare è SOCIALMEDIALIZZATI!
Se davvero foste attenti alle tendenze del web, ai desideri del vostro pubblico, alle speranze del sanremese tipo, non avreste neanche bisogno di idearlo un piano di comunicazione…verrebbe fuori da sé.
Dalla storia abbiamo imparato che il popolo spesso può parer privo di carattere e personalità, ma quello che forse non ricordiamo con lucidità è che, singolarmente o in massa, le scelte si fanno con la pancia.
Quando la vita si distrae, cadono gli uomini.
Il segreto, Amici, è che la scimmia si rialza. Sempre.
Namastè…Alè!
Challenge accepted!
Prima di tutto, prima di pensare, prima di scrivere, prima di digerire l’insalata che ho condito con otto litri di aceto di vino per sopperire alla mancanza di alcool momentanea, mi preme ringraziarti.
Non per avermi letto, non per aver commentato, non per aver lanciato una fiaccola riflessiva in questo oceano di tenebre da sipario abbassato ma semplicemente per aver scritto CARRAMBACHESORPRESISTI.
Io – davvero – sto ancora ridendo. Credo tu sia geniale. Ma davvero.
Detto ciò, veniamo a Queen Mary.
Parlando nello specifico della prestazione alla Rai, possiamo senza alcun dubbio dire che è stata terribile. Goffa, impacciata, arida.
Benché inizialmente io abbia pensato – come ogni sua seguace/adepta/adoratrice – che Maria non si sentisse semplicemente a suo agio fuori dal suo habitat naturale, ho deciso di spremere le mie meningi riconoscendomi – come hai ben detto – come appartenente ad un profilo culturale medio-alto ma, più di tutto, sentendo ribollire dentro le viscere la mia capacità di analisi. (N.B.: spremere le meningi non è stata cosa da poco dopo aver ordinato e ingerito anche mia madre su Just eat. Apprezzalo.).
Succede questo: Maria, probabilmente dopo l’apparizione della madonna in sogno, ha subito un cambiamento radicale dagli anni ’90 ad oggi. Si è trasformata in zia, amica, confidente, psicologa.
Al di là dei programmi che conduce (mi trovi d’accordo su tutto), credo che il punto sia COME li conduce.
E’ vero. Le espressioni facciali sono sempre le stesse, la voce è ruggente, maschile e monotematica, le movenze da Mario Brega…MA! le parole che utilizza per “rincuorare” il padre affranto al di là della busta, le battute pungenti alla bionda (nel cervello) per rimetterla al suo posto e tanto altro, rispecchiano quello che l’italiano medio (per l’amor di Dio, non è da intendere come offesa) avrebbero voluto dire o sentirsi dire almeno una volta nella vita.
Hai mai guardato un film, un programma televisivo o assistito – o vissuto in prima persona – ad una scena sentendo l’impulso di urlare qualcosa al protagonista o chi per lui? Ecco. Maria, non so come, non so perché, riesce a pronunciare esattamente quelle parole; le parole di chi guarda quei programmi lì (non mi soffermo a contestare le scelte altrui) probabilmente per liberare la mente con prodotti di scarsa qualità.
Quello che so, in ogni caso, è che chi andrebbe idolatrato è il suo ghost writer.
E che a Sanremo aveva della collane demmerda.
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Buongiorno;
temporaneamente tralascio il post – magari ne parleremo più tardi – in quanto vorrei lanciare un guanto di sfida.
Trovare, cioè, la risposta definitiva ad una domanda.
Una domanda che mi rode dentro, come un tarlo.
Una domanda che pochi hanno avuto il coraggio di porre.
Una domanda a cui nessuno è stato capace di rispondere, se non in monosillabi, sorrisini, “non puoi capire” .
PREMESSA DOVEROSA:
possiamo definirci – chi più chi meno, ma un tanto al chilo stiamo là… – come persone di medio-alta cultura, di medio- alta volontà e capacità di capire e scoprire le cose. Abbiamo letto libri, approfondito tematiche, ci siamo confrontati con il Mondo e le sue infinite sfacettature. Abbiamo scoperto il potere della Rete, ma ne facciamo buon uso. Rifuggiamo da “scie kimike” e dogmi.
PERO’…
Si idolatra una certa Maria de Filippi. Maria. De Filippi.
Maria io esco. Queen Mary. Maria sei vita.
La suddetta Maria de Filippi, attualmente, conduce programmi come “uomini e donne” e “c’è posta per te”.
Ovvero, lammerda.
Ovvero, il nadir della televisione.
Ovvero, il contrario di quello per cui abbiamo lottato, abbiamo pensato, abbiamo agito.
Vogliamo la bella televisione, pacata, che va in profondità. E se vogliamo “divertissment”, lo pretendiamo garbato, intelligente, non caciarone.
De Filippi conduce un programma (Uomini e Donne) che è un inno al berlusconismo, agli anni 80, alla Milano da Bere, alla ignoranza più becera, nonostante si respiri un’aria da fine impero.
De Filippi conduce un programma (C’è Posta per te) che rappresenta una versione edulcorata delle pailettes della D’Urso, ma che va in modo subdolo a ricordarci del nostro essere così “italiani”, cosi bbuonisentimentalisti, così carrambachesorpresisti. E a fine puntata, il cane (il cane!) che va a toccarci le corde del nostro politically correct.
e allora…ecco la domanda:
SPIEGATEMI LA DE FILIPPI
DA COSA NASCE TUTTO QUESTO AMORE
DA COSA NASCE QUESTO SEGUITO, QUESTO HYPE
PERCHE’ IDOLATRIAMO QUALCOSA DA CUI (A PAROLE) RIFUGGIAMO
QUALE E’ IL SENSO DELLA DE FILIPPI
A voi la riposta
I still haven’t found what i’m looking for
Accettate lo singolar tenzone?
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