Filippo: Il mio fidanzato virtuale

Come ogni donna che si rispetti, anch’io ho un curriculum sentimentale disastratamente disastroso.

Non vi racconterò di quella volta che, all’asilo, uno stalker di 4 anni mi tampinava sull’altalena; né di quella volta che, in prima elementare, il mio compagnetto, accompagnandomi a casa con sua madre, si mise a piangere perché risposi “no” ad un invito a pranzo a casa sua.

Ovviamente, non capivo già un cazzo allora. Perché se li vedeste oggi, quei due, non mi rivolgereste più la parola per quanto sono belli.

Detto ciò, stavo leggendo NON SONO QUEL TIPO DI RAGAZZA ( Lena Dunham) e al capitolo “Igor: il mio fidanzato virtuale è morto e pure il tuo potrebbe” un’illuminazione: ANCHE IO HO AVUTO UN FIDANZATO VIRTUALE MORTO.

Ed ecco allora la storia che vi racconterò oggi: colonna portante del mio cv sentimentale, l’inizio della fine, l’esatto momento in cui mi sono marchiata a fuoco come “cogliona intergalattica, il prossimo prego!”.

Tredici (o forse 12) anni. Anno 2001 ( o forse 2000).

La mia compagna di classe, Gabriella, aveva un Apple verde in bellavista in salone (dove per “bellavista” intendiamo: un tavolo di 60×120 dedicato unicamente al computer). La invidiavo tantissimo, ne volevo uno anch’io per rincoglionirmi davanti alla pallina che rompe i mattoncini.

Anche la mia migliore amica, Alessandra, aveva un computer. Giocavamo al gioco del Re Leone e non andavamo mai oltre il primo livello, ma a noi andava bene così.

Un giorno qualunque ( o forse era Natale, o forse il mio compleanno) di un mese qualunque entro in camera mia e trovo un mastodontico schermo che tubocatodicodel60scansati viola e verde. Con le casse viola e verdi.

Era il tempo delle connessioni 56k, del “mammaaaa chiudi il telefono che devo connettermi a internet”, delle bollette da 800 mila lire perchè “CRISTO SANTO, LUDOVICA, LO VUOI SPEGNERE QUEL COMPUTER????” (è successo una volta sola e lo ricorderò per tutta la vita. In realtà ho fatto 5 ore di telefonata dal fisso al cellulare, ma mio padre questo ancora non lo sa).

Insomma, cercavi di entrare su tiscali.it il 12 Gennaio e la pagina iniziava a caricare il 24 Agosto.

Era il tempo delle chat.

Era il tempo di C6.

Succede che quell’anno, per carnevale, vado a Cortina e tra uno spazzaneve e un “ma a me chi cazzo me l’ha fatto fare di fare la Stratofana”, incontro una scolaresca di giovani romani in gita per la settimana bianca.

Tra tutti, lui: alto, spigliato, capelli scuri e riccioli che già a 13 anni checosatifarei.

Lo sento chiamare dallo skylift: Filippo.

E’ fatta, questo è vero amore.

Una settimana dopo, tra pianti e disperazione, torno a casa. Mi siedo davanti al computer, aspetto 7 ore e 32 minuti per accedere ad internet e apro C6.

Digito: FILIPPO.

PICCOLA PARENTESI: per chi non lo sapesse, io sono una stalker. Una stalker seriale intendo. Di quelle che dopo averti stretto la mano sanno già a che ora, notoriamente, vi fa effetto il binomio caffè-sigaretta e che voto avete preso nel compito in classe di italiano del 7 Marzo 2004.

Nel tempo, ovviamente, ho affinato le mie tecniche. Ma tutto è partito da qui.

E insomma digito FILIPPO e mi viene giù il mondo.

Una persona normale avrebbe desistito, io, invece, ho contattato TUTTI i “Filippo” della lista (anche quelli tipo “sofilippoetelaficco”).

E poi l’ho trovato.

Chattiamo. Chattiamo per ore.

Io esordisco con “sei stato a Cortina nella settimana dal 7 al 15 Marzo all’hotel Cristallo?” che manco fossi nella sala interrogatori di CSI.

– “Si, e mi chiamo Filippo. Credo di averti vista. Pensavo di non rivederti mai più, ma tu mi hai trovato. E’ destino”

BASTARDO. MALEDETTO BASTARDO GIA’ TI AMO.

Saltiamo i convenevoli e passiamo dalla chat al telefono di casa.

Dopo la prima mezz’ora eravamo già fidanzati.

Interurbane di ore ed ore (papà, ti ricordi le 800 mila lire di bolletta del telefono?) in cui:

F. – “Come ti vesti di solito?”

I. (che non sta per “io” ma per “idiota intergalattica”) – “Gonna jeans fino al polpaccio e scarpe da ginnastica”

F. – “Proprio come piace a me, mi piacciono le ragazze che si vestono così”.

CHIARIAMO SUBITO: era il 2001, andavo in quarto ginnasio e si, andavano di moda le gonne jeans al polpaccio. NON E’ COLPA MIA.

Insomma io e Filippo ci amiamo alla follia. Lui mi dice che già tutti, a casa, sanno di me e mi vogliono conoscere. Che suo fratello già mi adora.

Poi, un giorno all’improvviso, l’imprevedibile: torno da scuola alle 13.20 e corro al computer per connettermi a C6 e parlare col mio fidanzato romano virtuale.

I. – “Ciao amore, com’è andata a scuola?”

F. – “Ciao Ludovica, sono suo fratello, Marco. Filippo ha fatto un incidente con la moto ed è in coma. Mi dispiace”

……………………………………………………….

Passano 5 giorni di inferno in cui non mangio e scrivo sui forum di tutto il mondo “il mio fidanzato è in coma, come faccio?” e le donne di tutto il mondo, solidali, mi rispondono con parole dolci e piene di comprensione.

Finchè il sesto giorno, oppressa dalla preoccupazione per il mio fidanzato virtuale, compongo il numero di casa sua armata di coraggio, per sapere come sta.

Da questo momento in poi il ricordo della definitiva dipartita della mia dignità di donna si fa sempre più nitido e con lui, nasce quello da femminista incallita.

TUUUUU

TUUUUUU

M. (fratello di F.) – “Pronto?”

I. (voce funerea, quasi da condoglianze)- “ Ciao Marco, sono Ludovica… come stai?”

M. (interdetto)- “Ludovica…. chi?”

I. (incapace di intendere e volere) – “Dai Marco, sono io! La fidanzata di Filippo!.. a proposito – voce cupa ai limiti di Pietro che rinnega Gesù per 3 volte – lui come sta…? ci sono novità…?”

M. ( con estrema nonchalance) – “BENE. GUARDA, LUDOVI’, FILIPPO ADESSO NON E’ A CASA, LO TROVI DOPO LE 5”

I. (tra l’estasiato e l’incredulo, il mio fidanzato si è svegliato dal coma! Evvai!) – “Ma be-be-be-bene bene? Che grande notizia che mi hai dato, Marco! Grazie mille! Ti voglio bene”

TU-TU-TU-TU-TU-TU-TU-TU.

Mi ci sono volute due ore per capire cosa fosse successo, finché la mia innocenza è stata spazzata via a calci in culo dal mio ego con sei semplici parole: TI-HA-PRESA-PER-IL-CULO.

C6:

F.- “Ehi amore! Come stai?”

I. – “Tu non eri in coma?”

F. – “Ah no, scusa, i miei amici ti hanno fatto uno scherzo e si sono collegati col mio nick dal mio computer mentre facevo la doccia. Ma sei arrabbiata?”

DISCONNETTI.

CANCELLA CRONOLOGIA CONVERSAZIONI.

AVVISA LE DONNE DI TUTTI I FORUM DEL MONDO CHE IL MIO EX E’ VIVO E MI HA PRESO PER IL CULO.

E questo è il motivo per cui siamo qui oggi: io a scrivere e voi a leggere.

Filippo, che Dio ti abbia in gloria.

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